
Soldati morti in nome della politica di apartheid condotta dalla entità sionista nei confronti della popolazione palestinese. Il generale birmano deve aver provato una profonda vicinanza agli ideali dell’esercito israeliano. Anche i suoi soldati infatti occupano territori di altri popoli cercando di imporre con la forza e la violenza l’autorità del suo governo. Così aveva fatto “shopping” negli arsenali con la stella di Davide. E aveva utilizzato i nuovi armamenti per condurre le offensive che sono ancora in corso nei territori Kachin, Shan e in alcune regioni Karen.
Un gruppo di attivisti israeliani impegnati sul fronte dei diritti umani aveva iniziato un’azione legale contro il governo di Tel Aviv chiedendo che fosse bloccata la vendita di materiale bellico verso la Birmania. Oggi quella petizione è stata respinta senza tanti complimenti. Gli amici birmani continueranno a ricevere armi ed istruttori israeliani per soffocare la resistenza delle popolazioni in lotta per la propria autonomia.
Per la gioia della ipocrita liberal democrazia, che ancora si impegna in esercizi di retorica antifascista in Europa per poi buttarsi a capofitto nei redditizi business offerti dai generali di Rangoon coccolati da Soros. Aung San Suu Kyi, ovviamente, tace.